La recente riunione della Banca Centrale Europea (BCE) ha confermato che i tassi di riferimento per mutui e prestiti rimangono invariati. Questa stabilità segue un periodo di aumenti che ha visto il tasso principale salire al 4,5% nel settembre 2025, dopo dieci incrementi consecutivi. Tuttavia, le previsioni indicano un futuro più favorevole per i mutui,
con possibili tagli dei tassi a partire dal 2025.
La situazione attuale dei tassi di interesse
Dopo il picco del 4,5%, la BCE ha avviato una fase di riduzione, con otto diminuzioni programmate fra marzo 2025 e giugno 2025.
Questo cambiamento ha portato il tasso principale a una nuova soglia del 2,15%, rendendo i mutui a tasso variabile più vantaggiosi. Si stima che nel primo semestre del 2025, i tassi per i mutui a tasso variabile possano calare di circa 1 punto percentuale.
Tipologie di tasso: fisso o variabile?
Nella valutazione di un mutuo, è fondamentale decidere se scegliere un tasso fisso o variabile. Il tasso annuo nominale (TAN) per i mutui a tasso variabile è collegato all’Euribor, mentre per i mutui a tasso fisso si basa sull’IRS. È essenziale considerare che il TAN, sommato ad altre spese come l’istruttoria e la perizia, determina il tasso annuo effettivo globale (TAEG), il quale rappresenta il costo totale del mutuo.
Pro e contro dei mutui a tasso variabile
Nel mercato immobiliare, il tasso variabile è tradizionalmente considerato più conveniente rispetto al fisso, ma comporta un rischio maggiore. Attualmente, l’Euribor si attesta intorno al 2%. Tuttavia, in situazioni di forte stress economico, le rate possono aumentare drasticamente. Ad esempio, per un mutuo di 100.000€ a 30 anni con un tasso variabile indicizzato all’Euribor + 0,40%, una variazione dell’Euribor potrebbe far lievitare la rata mensile del 30% o addirittura del 45% in scenari sfavorevoli.
Esempio pratico di un mutuo a tasso variabile
Si consideri un mutuo di 100.000€ da rimborsare in 30 anni. Con un tasso variabile attuale del 2,33%, la rata mensile si aggira intorno ai 386€. Qualora l’Euribor dovesse aumentare al 4% nei prossimi due anni, il TAN passerebbe a 4,40%, comportando un aumento della rata a circa 550€, con un incremento del 42%.
Mutui a tasso fisso: stabilità e sicurezza
Per chi ha già un mutuo a tasso fisso, il vantaggio principale risiede nella certezza della rata, che rimane invariata per tutta la durata del prestito. Se il tasso fisso è inferiore al 2,5%, non si riscontrano preoccupazioni. Tuttavia, per coloro che detengono un tasso superiore, è consigliabile monitorare l’andamento dei tassi e considerare una surroga per ottenere condizioni più favorevoli.
Quando considerare una surroga
La surroga consente di trasferire un mutuo da una banca all’altra, mantenendo le stesse condizioni. È opportuno considerare questa opzione se il mutuo attuale presenta un tasso fisso superiore al 4%. Cambiare banca può comportare un risparmio significativo, specialmente se si riesce a ottenere un tasso più basso o un passaggio a un tasso variabile.
Per chi ha un mutuo a tasso variabile, la rata viene rivista periodicamente, spesso ogni mese, in base all’Euribor. Con l’attuale valore dell’Euribor al 2%, le rate risultano più sostenibili. Tuttavia, il reale impatto della diminuzione dell’Euribor dipende dal momento in cui è stato stipulato il mutuo.
Nel mercato immobiliare, che si tratti di un mutuo a tasso fisso o variabile, è fondamentale rimanere informati e considerare attentamente le proprie opzioni. Strumenti come il comparatore di mutui di Altroconsumo possono rivelarsi molto utili per individuare l’offerta più adatta alle proprie esigenze.