Tassazione Affitti Brevi in Italia: Novità e Cambiamenti dal 2026

Dal 2026, la tassazione sugli affitti brevi in Italia subirà un incremento notevole, suscitando preoccupazioni tra i proprietari e gli operatori del settore immobiliare.

A partire dal 1° gennaio 2026, il panorama degli affitti brevi in Italia subirà un cambiamento significativo a causa dell’introduzione di una nuova tassazione. La cedolare secca per le locazioni turistiche, che finora era fissata al 21%, salirà al 26%. Questa decisione, contenuta nel Disegno di Legge di Bilancio 2026, solleva interrogativi sulle sue conseguenze per il mercato immobiliare e per l’intero settore turistico.

Le modifiche legislative e le loro implicazioni

Il provvedimento di aumento della tassazione sugli affitti brevi è il risultato di una riforma legislativa che ha già subito modifiche in precedenza. Nel 2025, sotto il governo Meloni, era stata già ridimensionata un’agevolazione per i proprietari di singoli immobili. Con questa nuova norma, tutti i redditi derivanti da locazioni brevi verranno tassati al nuovo tasso del 26%. Questo provvedimento ha suscitato scetticismo tra operatori del settore e proprietari di immobili, che temono un impatto negativo sulla loro attività.

Preoccupazioni degli operatori del settore

Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha espresso preoccupazione riguardo a questa normativa, sottolineando che l’aliquota aumenterà solo per chi utilizza portali online o agenti immobiliari per affittare le proprie proprietà. Per i proprietari che affittano in modo diretto, la tassazione rimarrà al 21%. Tuttavia, la maggior parte degli affitti brevi avviene tramite piattaforme digitali, il che significa che molti proprietari subiranno il colpo dell’aumento fiscale.

Effetti a lungo termine sul mercato immobiliare

Secondo gli esperti, l’impatto di questa nuova tassazione potrebbe non limitarsi a un semplice aumento dei costi per i proprietari. Infatti, è previsto che tale misura possa contribuire a una diminuzione del valore complessivo degli immobili in Italia. Con circa 9,6 milioni di case vuote nel paese, l’aumento della cedolare secca rischia di aggravare una situazione già critica per il mercato immobiliare. Se il valore delle abitazioni continua a scendere, ciò potrebbe avere ripercussioni significative sull’economia nazionale, dato che gran parte della ricchezza delle famiglie italiane è legata agli immobili.

Rischio di evasione e mercato nero

In aggiunta, le previsioni parlano di un possibile aumento dei pagamenti in nero. L’aumento della pressione fiscale potrebbe spingere molti proprietari a considerare l’opzione di affittare senza registrazione ufficiale, creando un mercato sommerso che sfuggirebbe al controllo fiscale. Come sottolineato da diversi rappresentanti del settore, un tale scenario potrebbe portare a un aumento dei prezzi per gli affitti regolari, penalizzando ulteriormente i turisti e i visitatori.

Le voci dei proprietari e l’impatto sociale

Un’altra voce preoccupata è quella di Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia, che ha definito questo incremento della tassazione come un’ulteriore stangata per chi investe nel turismo e negli affitti brevi. Fagnoni avverte che l’aumento della cedolare secca, insieme alla possibilità di un incremento dell’imposta di soggiorno, potrebbe ridurre drasticamente l’offerta di alloggi disponibili, aggravando la già difficile situazione della crisi abitativa in Italia.

Il futuro degli affitti brevi in Italia

Infine, è importante notare che il segmento degli affitti brevi ha contribuito alla riqualificazione di molte aree urbane italiane e alla valorizzazione del patrimonio immobiliare post-pandemia. Pertanto, intervenire in modo brusco su questo settore potrebbe avere effetti recessivi sull’intera economia. Con oltre 41 miliardi di euro generati ogni anno dagli affitti brevi, il rischio di danneggiare un’industria così vitale è reale e merita una riflessione approfondita.

Scritto da AiAdhubMedia

Affitti Brevi: Nuove Tasse e Aumento dell’Aliquota al 26% nel 2026

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