La vita di Sirine Charaabi, pugile di fama italiana, è un racconto che somiglia a una sceneggiatura cinematografica. Nata in Tunisia, ha raggiunto l’Italia all’età di 18 mesi e ha dovuto affrontare numerose sfide per affermarsi nel mondo dello sport. Oggi è riconosciuta come una delle atlete più talentuose del pugilato italiano, avendo conquistato
una medaglia di bronzo ai Mondiali di Liverpool e un argento alla Coppa del Mondo in India.
La sua storia inizia a San Prisco, un piccolo comune in provincia di Caserta, dove è cresciuta insieme alla sua famiglia. Sirine ha vissuto momenti difficili, compresi lutti
e la lontananza dalla famiglia in Tunisia, ma grazie al supporto dei suoi genitori e un maestro che ha creduto in lei, ha trovato la sua strada nel pugilato.
Le origini e la crescita in Italia
Arrivata in Italia, Sirine ha dovuto adattarsi a una nuova
cultura e lingua. Suo padre lavorava come marmista e sua madre era casalinga. In casa, la comunicazione avveniva in un mix di italiano e arabo, riflettendo le sue radici culturali. Nonostante le difficoltà economiche e la lontananza dalla famiglia, la sua infanzia è stata caratterizzata da momenti felici, ma anche da sfide significative.
Le sfide quotidiane
Sirine ha sempre sentito il peso delle aspettative legate alla sua identità culturale. Crescendo, ha dovuto affrontare pregiudizi legati alla sua scelta di praticare uno sport considerato maschile. Le insegnanti spesso le dicevano che la boxe non era adatta a una ragazza, eppure la sua passione è rimasta intatta. Ogni volta che usciva dal ring, il suo desiderio di vincere si intensificava, rendendola competitiva fin dai primi match.
Il sogno di diventare campionessa
La sua avventura nel pugilato è iniziata a soli cinque anni, quando ha deciso di seguire il cugino nella palestra di pugilato locale. La passione per questo sport è stata immediata e, nonostante le resistenze iniziali della madre, Sirine ha continuato a frequentare le lezioni. La sua determinazione e il talento innato l’hanno portata a ottenere risultati significativi fin da giovane.
Ostacoli burocratici
Tuttavia, il cammino verso il successo non è stato privo di ostacoli. A 13 anni, Sirine è entrata nel giro della Nazionale, ma ha dovuto affrontare un’importante limitazione: la mancanza di cittadinanza italiana le impediva di partecipare a competizioni internazionali. Questo l’ha portata a sentirsi frustrata e arrabbiata, sentendo come un pezzo di carta potesse determinare il suo futuro.
Il riscatto e il riconoscimento
Solo a 18 anni, Sirine ha fatto richiesta per la cittadinanza, ma ha dovuto aspettare a lungo per ricevere una risposta. Ha continuato a lavorare duramente, iscrivendosi all’università come piano B mentre cercava di ritrovare la sua passione per la boxe. La sua vita ha subito un cambiamento durante la pandemia di Covid-19, che le ha offerto l’opportunità di allenarsi intensamente e di tornare a competere.
Dopo una lunga attesa, ha finalmente ricevuto la cittadinanza italiana poco dopo aver vinto il titolo di campionessa italiana. Questo successo le ha aperto le porte per competere a livello internazionale e, da quel momento, Sirine ha iniziato a collezionare medaglie e riconoscimenti, diventando un simbolo di determinazione e resilienza.
Il futuro nel pugilato
Con il supporto di allenatori esperti e la sua tenacia, Sirine Charaabi si prepara per le Olimpiadi di Parigi. Oggi, è un esempio per molti giovani che aspirano a realizzare i propri sogni, dimostrando che, con impegno e passione, è possibile superare ogni ostacolo. La sua storia è una testimonianza di come la boxe abbia cambiato la sua vita e le abbia dato la possibilità di dimostrare il proprio valore.