Se si sta considerando l’acquisto di una seconda casa o se già se ne possiede una, è fondamentale essere informati sulle attuali normative dell’IMU. Questa imposta rappresenta una delle principali spese per i proprietari di immobili che non sono la loro residenza principale. Le regole cambiano e ci sono alcune novità che potrebbero alleggerire
l’onere fiscale, ma è importante comprendere come funzionano.
L’Imposta Municipale Unica (IMU) si applica a tutti gli immobili che non sono considerati la propria abitazione principale. Ciò significa che se si possiede un appartamento al mare, una casa in montagna o un altro immobile in cui
non si vive stabilmente, si dovrà pagare l’imposta. Le aliquote dell’IMU oscillano generalmente tra il 7,6‰ e il 10,6‰, con la possibilità per i Comuni di aumentare tali percentuali fino al 12‰.
Scadenze e modalità di pagamento
Le date da tenere a mente per il pagamento dell’IMU
sono due: il 16 giugno per l’acconto e il 16 dicembre per il saldo. È anche possibile optare per un pagamento unico a giugno. È importante sapere che, anche se l’immobile rimane vuoto per l’intero anno, l’imposta rimane comunque dovuta.
Nuove disposizioni comunali
Il decreto del 6 novembre 2025 ha ampliato la flessibilità dei sindaci nel modulare l’imposta per le abitazioni non affittate e utilizzate solo per brevi periodi. Ad esempio, una casa utilizzata sporadicamente, con consumi ridotti o utenze sospese, potrebbe avere una valutazione fiscale più favorevole rispetto a un immobile utilizzato tutto l’anno. Tuttavia, è importante notare che questo non significa automaticamente che ci saranno agevolazioni; ogni Comune avrà la facoltà di decidere se introdurre aliquote agevolate sulla base delle esigenze di bilancio e delle specificità locali.
Possibili esenzioni e riduzioni
Esistono diverse circostanze in cui si potrebbe ottenere un’esenzione totale dall’IMU, anche su quella che ufficialmente è considerata una seconda casa. Una delle situazioni più significative riguarda i coniugi che risiedono in immobili diversi. Secondo la sentenza della Corte Costituzionale n. 209, confermata dalla Cassazione, entrambi i coniugi possono beneficiare dell’esenzione IMU, a prescindere dalla localizzazione degli immobili.
Documentazione necessaria
Per dimostrare che l’immobile è in realtà la propria residenza principale, è necessario fornire documenti specifici. Oltre all’iscrizione anagrafica, il Comune richiederà prove di una presenza stabile, come la scelta del medico di base all’indirizzo della casa e bollette che attestino consumi regolari durante l’anno. Recenti sentenze hanno chiarito che consumi ridotti non giustificano automaticamente la revoca dell’agevolazione, poiché la valutazione deve essere contestualizzata.
Nel caso in cui non si possa ottenere l’esenzione totale, ci sono comunque diverse possibilità di riduzione. Ad esempio, concedere un immobile in comodato d’uso gratuito a parenti di primo grado (come genitori o figli) può comportare una riduzione del 50% della base imponibile, a condizione che il comodato sia registrato e il comodatario lo utilizzi come residenza principale.
Altre agevolazioni e opportunità
In aggiunta, gli immobili dichiarati inagibili o inabitabili possono beneficiare di una riduzione del 50% sull’IMU. Se si affitta un immobile con contratti a canone concordato, si ha diritto a una riduzione del 25%. Gli immobili storici e artistici sotto vincolo della Soprintendenza possono usufruire di ulteriori agevolazioni.
Per gestire in modo efficace le obbligazioni e le opportunità di risparmio legate alla seconda casa, è consigliabile consultare professionisti esperti nel settore. Si possono trovare notai e consulenti su piattaforme specializzate che guideranno nella scelta delle migliori strategie fiscali da adottare.