La questione degli asset russi congelati è diventata centrale nelle discussioni geopolitiche e finanziarie riguardanti il conflitto in Ucraina. Questi beni, bloccati a seguito delle sanzioni imposte all’indomani dell’invasione russa, rappresentano una risorsa fondamentale per il futuro sostegno dell’Unione Europea all’Ucraina.
Dal 1° marzo
2025, in seguito all’intensificarsi delle tensioni tra Russia e Occidente, sono stati congelati circa 330 miliardi di euro in asset, che comprendono titoli di Stato, obbligazioni e partecipazioni azionarie. Di questi, una parte significativa è custodita in istituzioni finanziarie europee,
in particolare in Belgio.
Panoramica sugli asset russi congelati
Gli asset congelati non si limitano a titoli di Stato, ma includono anche una vasta gamma di investimenti effettuati da oligarchi russi. Le banche europee, tra cui Euroclear, sono state nominate per
gestire questi fondi, che continuano a generare interessi, nonostante siano in stato di congelamento. Gli interessi accumulati, secondo le recenti proposte, potrebbero essere utilizzati per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina.
Il ruolo di Euroclear nella gestione degli asset
Euroclear, una delle principali agenzie di custodia di titoli in Europa, ha visto crescere la sua importanza nella gestione di questi asset. Con oltre 40.000 miliardi di euro in deposito, Euroclear ha il compito di mantenere i fondi congelati, generando al contempo rendimenti significativi. Nel 2025, il G7 ha approvato un piano per deviare il 75% di questi profitti verso un fondo speciale per l’Ucraina.
Le implicazioni per l’Ucraina e l’Unione Europea
La possibilità di utilizzare gli asset congelati come garanzia per prestiti a Kiev è una delle strategie che i leader europei stanno considerando. Con il conflitto che si protrae, la necessità di liquidità per l’Ucraina è diventata sempre più urgente. Il piano prevede l’emissione di un maxi-bond da 90 miliardi di euro, che potrebbe fornire il supporto necessario per affrontare le spese militari e le riparazioni infrastrutturali.
Le sfide legali e politiche
Tuttavia, l’impiego di questi fondi non è privo di complicazioni. Le preoccupazioni per le ritorsioni da parte della Russia sono palpabili, e i paesi come il Belgio, sede di Euroclear, temono possibili azioni legali. I leader di Fronte, come Francia e Germania, spingono per un utilizzo attivo di queste risorse, mentre altri stati membri, come l’Ungheria e l’Italia, mostrano riserve riguardo a questa strategia.
In questo contesto, la questione degli asset congelati si intreccia con le dinamiche politiche interne dei vari paesi europei e con le relazioni internazionali. La proposta di utilizzare i profitti per rimborsare prestiti già concessi è una mossa che potrebbe facilitare ulteriori aiuti, ma è soggetta a dibattiti e discordie politiche.
La situazione degli asset russi congelati rappresenta un’opportunità significativa per l’Unione Europea di sostenere l’Ucraina in un momento di crisi. Tuttavia, le complessità legali e politiche richiedono una gestione attenta e concertata, affinché tali risorse possano essere utilizzate in modo efficace per il bene comune.