Negli ultimi mesi, l’Umbria si è trovata di fronte a una crisi abitativa senza precedenti. La situazione colpisce in particolare giovani coppie, studenti e lavoratori, i quali faticano a trovare alloggi a lungo termine, a causa del costante aumento dei prezzi e della scarsità di offerte. Mauro Cavadenti, esperto del settore immobiliare, lancia
un allarme: “Siamo davanti a un’emergenza sociale”.
Una disponibilità allarmante
Secondo l’analisi condotta da Cavadenti sui principali portali immobiliari, la situazione è drammatica: in tutta l’Umbria ci sono solo 714 annunci di affitto, il che si traduce in una media di otto case
disponibili per comune. Questo dato evidenzia una crisi strutturale del mercato, incapace di soddisfare le esigenze di chi vive e lavora nella regione. A Perugia, per esempio, si registrano 247 annunci, mentre Terni ne conta solo 67. Altre città come
Foligno e Spoleto offrono numeri ancora più ridotti, con rispettivamente 18 e 31 annunci.
Analisi delle singole città
La situazione è particolarmente critica in comuni più piccoli come Gubbio e Bastia Umbra, dove le offerte di affitto sono minime. Cavadenti sottolinea che questi numeri non possono reggere il confronto con la domanda reale. “Le famiglie e i lavoratori sono in difficoltà, e il mercato non riesce a rispondere”, afferma l’agente immobiliare.
Aumento dei prezzi e affitti brevi
Oltre alla scarsità di offerte, i dati della Borsa Immobiliare dell’Umbria rivelano un continuo aumento dei canoni di affitto. Le aree centrali e semicentrali di Perugia e Terni stanno registrando incrementi significativi, rendendo la situazione ancora più insostenibile per chi cerca casa. Durante una recente riunione del Comitato di Listino, i rappresentanti delle province hanno confermato la percezione comune di un’emergenza in atto.
Il fenomeno degli affitti brevi
Un ulteriore fattore complicante è l’espansione del mercato degli affitti brevi. Raffaele Nardi, un altro agente del settore, spiega che molti proprietari optano per la gestione a breve termine per evitare vincoli e complicazioni burocratiche. Questo porta a una crescente disponibilità di case destinate al turismo, mentre le abitazioni per affitti a lungo termine diminuiscono. Nardi segnala che circa il 50% delle case gestite proviene da eredità, rimanendo spesso inutilizzate.
Le conseguenze della crisi
Giuseppina Balducci, presidente di Confappi, mette in luce le cause della crisi, indicando che la sfiducia dei proprietari è aumentata dopo la pandemia. Molti temono di non ricevere pagamenti regolari dagli inquilini e di non riuscire a recuperare i propri immobili in caso di necessità. Questo porta i proprietari a ritirarsi dal mercato degli affitti a lungo termine, aggravando ulteriormente la situazione.
Le famiglie con redditi medio-bassi, i giovani e gli studenti sono i più colpiti da questa emergenza. “Se non si interviene rapidamente, rischiamo di assistere a un ulteriore aumento dei canoni e a una crescente difficoltà nel trovare soluzioni abitative”, avverte Cavadenti. Senza misure chiare per incentivare la locazione a lungo termine, l’Umbria rischia di perdere la sua storica accessibilità nel settore immobiliare.
Prospettive future
La situazione attuale potrebbe portare a una desertificazione del mercato degli affitti tradizionali in Umbria. La regione, un tempo considerata un luogo tranquillo e accessibile per trovare casa, sta affrontando sfide significative. È fondamentale che le autorità locali e regionali agiscano rapidamente per affrontare questa emergenza e garantire a tutti l’accesso a un’abitazione dignitosa.